VALENTINO, LA COLLEZIONE HOFFMAN

Posted on Febbraio 19, 2018

Valentino nel luglio del 1989 sfila per  l’ultima volta a Roma la collezione d’Alta Moda. Oramai la Città Eterna è fuori dai giri internazionali e malgrado, per pura affezione, avesse presentato le ultime collezioni prima a Roma e poi a Parigi, questa sarà l’ultimo doppio appuntamento. L’addio a Roma avviene, come ci si aspetterebbe dall’Imperatore della Moda, in grande stile, con una collezione straordinaria per eleganza, creatività e magnificenza di lavorazioni, dove si rasenta la perfezione per equilibrio e proporzioni. Gli abiti in passerella sono disegnati per l’Autunno Inverno 1989-90 e l’ispirazione è Joseph Hoffman, grande architetto viennese e uno dei padri della Secessione Viennese.

Valentino riprende  il rigore razionalista di Hoffman, soprattutto quello espresso nei progetti del Palazzo Stoclet di Bruxel, probabilmente  l’opera sua più rappresentativa, dove il contrasto tra bianco e nero, tra linee nette e decise realizza nell’ideazione degli spazi quell’ideale fusione tra arte e vita cui si ispirava il movimento. Valentino disegna abiti di un eleganza classica, ma esaltati dai motivi decorativi nero su bianco, intarsi di tessuti o ricami fanno rivivere  l’eleganza della Vienna di inizio Novecento al ritmo delle note di Gustav Mahler.

Sebbene la collezione sia conosciuta dai più proprio come la Collezione Hoffman, Valentino attinge a piene mani al patrimonio iconografico dell’intera Wiener Werkstätte. Oltre a Hoffman, spiccano i motivi decorativi di Koloman Moser, altro straordinario artista che si dedicò, nell’ambito della Secessione Viennese, principalmente alle arti applicate realizzando stoffe, mobili, vetrate, manifesti, complementi d’arredo e monili.

I motivi ad intarsio di Moser sono ripetuti da Valentino in cappotti da sera e giacche eleganti. Le linee sono pulite, asciutte e ripropongono, riattualizzate, le proporzioni della moda dell’epoca; lo stile della Vienna di inizio Novecento è rammentato attraverso gli accessori, soprattutto gli altissimi collari nei medesimi motivi geometrici degli abiti, che fanno  apparire le modelle rarefatte emule di Adele Bloch-Bauer e  Emile Flöge.

L’ideale di Gesamtkunstwerk: l’opera d’arte totale, esaltato dagli artisti viennesi che progettano, dipingono, decorano in vista di una fusione completa delle arti, è così totalmente trasfuso sulla passerella di Valentino.

 

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