ROMEO GIGLI PER CALLAGHAN
Callaghan, marchio creato e prodotto dalla Zama Sport, è stata la prima linea del pret a porter che ha visto nello stilista la figura di riferimento, il referente per creare un nuovo prodotto di moda. Callaghan è stata sempre aperta a tutte le novità disponibili, a seguire la moda, caratterizzandosi per una progettazione e una realizzazione industriale sempre al passo coi tempi, e via via più sofisticata. Nel tempo, è stata disegnato da grandi innovatori come Walter Albini, Gianni Versace, Angelo Tarlazzi, Romeo Gigli, Schott Crolla e Nicola Gesquière. Dal 1987 al 1995 è disegnata da Romeo Gigli.
Romeo era già in Zama per produrre la sua linea, e passato a seguire anche Callaghan restituisce nel progettarla tutta la bellezza della sua giovinezza, fatta di viaggi e collezionismo degli oggetti più disparati e di abiti vintage. Ed è con lo spirito ispirato del collezionista che Gigli disegna la donna Callaghan, una donna nuova, sicura quanto intimista, alla quale propone collezione dopo collezione un guardaroba immenso, cui attingere liberamente, creando ogni volta nuovi assemblaggi che facciano riflettere e ispirino.
Romeo Gigli in quegli anni si presenta come il portabandiera di un nuovo pret a porter. Applica all’abito nuove regole, frutto di un attento studio delle proporzioni, rivoluzionando gli schemi tradizionali della moda nella metà degli anni 80. Esprime il bisogno di un’alternativa contro l’arroganza sfrontata della donna patinata e ipervitaminica, tipico prodotto del periodo. La sua è una donna colta che si veste seguendo un racconto, una storia, lasciando emergere la propria personalità attraverso il piacere di scegliere come vestirsi. A questa donna Gigli indica nuovo modo di vestirsi. Azzera l’imbottitura delle spalle, abolisce tutti i segnali superficiali degli anni 80 a favore di un “understatement” evocativo, dando un volto e una forma a una personalità femminile reale, non inventata. La Silhouette conica che Gigli disegna per Callaghan è creata attraverso la stratificazione di cappotti, giacche, sciarpe lunghe in tessuti particolari. Alla seduzione, al potere oppone una donna con stile che riscopre la sua femminilità e che veste in modo totalmente differente. Quella di Callaghan non è una donna vociante ma pensosa e distaccata.
Gigli è contro l’armonia classica che reputa noiosa. Ama i contrasti e alle grandi lunghezze e ampiezze affianca piccole forme, micro-lunghezze. Quando disegna i suoi figurini stilizzati ed essenziali ha in mente le tendenze del primo 900, emerge il suo amore per il Giapponismo reinterpretato da Poiret quando crea cappe kimono e cappotti cocoon. Studia forme già rielaborate dalle avanguardie del Novecento ma le fa rivivere con nuove proporzioni e significati.
La ricerca dei materiali è innovativa quanto originale: insolita negli effetti delle tinture, degli accostamenti. I contrasti sono creati tra tessuti maschili dai colori scuri e pizzi di lana o ricami di seta. Tessuti operati, passamanerie patchwork, lavorazioni, Lane in filo. Sete rigate a tinte vivaci, cotoni poveri a righe estinte, maglia a colori solari. Un assemblaggio di materie studiato appositamente per adornare una donna che ne sappia apprezzare i significati e il valore. Ma il contrasto delle materie come quello tra i colori non è mai stridente, è a basso contrasto.
“La Moda si fa Poesia.“
La costruzione di un capo Callaghan è diversa e complessa, nulla è lasciato al caso. Già solo lo studio dedicato alle gonne si presenta con tante e tali varianti da essere emblematico: ora è larga in fondo, ora è ripresa e ribaltata all’interno, ora i fianchi fasciano la siluette. Drappeggiata come un pareo o stratificata in millefoglie di tessuto. Tutto nasce dal ricordo di cose già vissute, studiate e pensate. La spinta progettuale che lo anima è quella dettata dall’esigenza di trasformare le proporzioni classiche in qualcosa dal sapore diverso, ispirandosi a forme ed etnie lontane, rielaborando e sperimentando nuove soluzioni.
Nel percorso creativo di Gigli per Callaghan una parte fondamentale è svolta dal tema del racconto. Una volta a essere raccontata è la via dell’Oriente, con i suoi colori, i suoi minareti, le distese di sabbia, le architetture dorate. Tal altra è Bali, con il suo stile fatto di eleganti fasce di tessuti a righe, che ci trasporta nella favolistica del mondo orientale, ne ridisegna il colore e il pregio di antichi templi, ci invita a vivere certe atmosfere e certi gesti con top e abiti dai drappeggi inusuali quanto evocativi. Con l’omaggio a Frida Kahlo, simbolo di forza e di fragilità, tra folk e avanguardia Gigli cita il Sud America, che evoca con ampie gonne a balze e ampi scialli fiorati senza mai indulgere nel costume.
La donna che Gigli disegna per Callaghan pare esprimersi più nel silenzio che nel rumore, si rifugia in un mondo di apparente rinuncia, all’insegna di un neoromanticismo carico di simbolismo e dal linguaggio nobile, ricercato. Alla presentazione tradizionale delle collezioni Romeo Gigli preferisce ricreare atmosfere rarefatte, in cui le indossatrici compaiono dal fondo camminando come passanti assorte lungo la strada di una città del mondo, percorrendo la pedana con andamento lento e distaccato, mentre la musica, come la vita, segue il suo corso.