THE BIBA LOOK
Biba, fondato da Barbara Hulanicki e dal marito Stephen Fitz-Simon, fu il negozio di Londra più iconico degli anni Sessanta e Settanta.
Nato come società di vendita per corrispondenza divenne un fenomeno globale come nessun altro. Gli esordi di Biba sono sotto tono, gli abiti proposti sono molto convenienti, facilmente accessibili per il pubblico delle vendite per corrispondenza. Riflettono le esigenze delle adolescenti alla moda della Londra anni Sessanta, in cerca di una moda economica, confortevole ma al tempo stesso colorata e accattivante.Biba offriva tutto questo. Blu accesi, oro, argento, chiffon a balze in tenui colori pastello. Le maniche lunghe e ampie coprivano le mani con balze di tessuto o portavano un buco per il pollice, come dei mezzi guanti. L’attrattiva principale consisteva nel fatto che ciò che si vedeva il venerdì in televisione, lo si poteva acquistare il giorno dopo e indossare la sera. Il primo vero successo, però, arriva nel maggio del 1964 quando ai lettori del Daily Mirror fu proposto un abito di percalle rosa, dalla foggia simile a quello indossato da Brigitte Bardot: il giorno dopo l’abito aveva già venduto 4.000 pezzi e ne giunse a vendere 17.000.Più lo stile Biba, così come il suo logo, diveniva conosciuto e maggiormente era ricercato. Il primo negozio fu aperto ad Abingdon Road a Kensington, nel settembre del 1964. Il secondo negozio fu aperto l’anno successivo a Kensington Church Street, cui seguì una serie di cataloghi per corrispondenza nel 1968, permettendo così di raggiungere la clientela anche fuori Londra. Il negozio sembra una vecchia farmacia, con le vetrine dalle cornici di legno tirate a lucido. Dentro un’atmosfera buia da boudoir e i vestiti appesi a vecchi attaccapanni.Il successivo trasferimento è nella sede di Kensington High Street, nel 1969, in un vecchio negozio che una volta vendeva tappeti. Anche stavolta l’atmosfera è unica e accattivante, in un mix di decorazioni Art Nouveau e decadenza Rock and Roll.Nel maggio del 1971 il negozio è oggetto di un attentato da parte della Angry Brigade. Lo stile degli abiti comincia a cambiare, ammiccando a una ragazza più sofisticata e ricca. Nel 1974 Biba compie la grande svolta e si trasferisce in un edificio a sette piani, che diventerà una delle principali attrazioni londinesi dell’epoca.All’interno il negozio è diviso in vari reparti e ogni piano è dedicato a un settore: c’è un piano bimbi, come un piano uomini, un piano casa, un negozio di libri e un negozio di alimenti. Ogni reparto ha il proprio logo, basato su quell’originale Biba, e una serie di quadri che li descriveva ideati da Kasia Chakro.Biba è il primo negozio a dotarsi di un piano marketing e una strategia del logo, così come di un suo look. Il logo ebbe importanza cruciale nel successo di Biba. Oro e nero, rispecchiava il ritrovato interesse dei giovani per l’Art Nouveau ed era stato disegnato da Antonio Piccolo.Il logo era l’unica cosa che si riconosceva dall’esterno, essendo le vetrine tutte oscurate per accentuare l’atmosfera retrò dell’interno. Biba, infatti, non esponeva nulla nelle vetrine, incuriosendo così il pubblico e spingendolo a entrare per scoprirne le novità.Gli interni ricordavano l’epoca d’oro di Hollywood, al posto dei soliti display erano stati creati appositamente insoliti espositori: un gigantesco Snoopy e la sua cuccia per il reparto bambini, un enorme scaffale a forma di Alano, il cane di Hulaicki, per il cibo per cani e una gigantesca lattina Campbell, simile a quelle dipinte da Warhol, per i prodotti in scatola.Gli espositori erano pensati per presentare gli abiti al meglio, ogni capo era appeso sul proprio attaccapanni, per cui se ne resero necessari centinaia e in continuo aumento. Biba fu anche il primo negozio a permettere di provare il make-up prima di acquistarlo; questo fece nascere una nuova consuetudine: le donne passavano da Biba a truccarsi prima di correre al lavoro.
Lo stile Biba era pensato per donne giovani e fresche, “puledri dalle gambe lunghe”, come la stessa Hulanicki descriveva le sue clienti, “le privazioni del dopoguerra avevano fatto crescere una generazione di donne magrissime, il sogno di ogni designer”.
Queste donne erano per lo più ventenni, una donna di maggior età era considerata “vecchia” all’interno del negozio e si sentiva isolata e fuori posto, tanto quanto le prime lo erano negli altri negozi. Le stesse dipendenti erano della stessa fascia d’età, tra queste muove i primi passi nella moda una giovanissima Anna Wintour.Lo stile Biba negli anni è cambiato, adesso gli abiti sono attillati e scomodi, le maniche così strette che le braccia quasi non possono essere piegate. Questo non dissuade le clienti, anzi diventa la divisa dell’epoca. In aggiunta era possibile trovare sempre i giusti accessori da abbinare.I colori sembrano quelli di un funerale, la Hulanicki li descrive come i colori delle zie: nero gelso, mirtillo, ruggine e prugna sono il must. La minigonna è declinata in tutte le versioni e ogni settimana è sempre più corta. Sebbene non sia stata una sua invenzione, è attraverso Biba che questo capo è imposto e ha larga diffusione. Biba è il primo negozio anche a lanciare i maxi cappotti.Il progetto Big Biba però è enormemente dispendioso e necessita di una notevole organizzazione. Gli affari non riescono a sostenere i costi di gestione e Dorothy Perkins e Dennis Day intervengono a salvare la situazione acquistandone il 75%. Nasce la Biba ltd, attraverso cui marchio e negozio vengono finanziati e gestiti. A seguito dei sopraggiunti disaccordi sulla gestione creativa Hulanicki lascerà l’azienda; Biba non sarà più la stessa e nel 1975 chiuderà i battenti.Successivi tentativi di rilancio si sono susseguiti negli anni. Un primo nel 1977, seguito poi da un successivo nel 1990 con Monica Zipper quale Art Director. Ancora nel 2006 sotto l’egida di Bella Freud il marchio è stato riproposto sul mercato. In tutti questi casi Hulanicki, esclusa dai progetti, si è sempre detta molto addolorata e preoccupata che si potesse tradire l’eredità dello stile Biba. Di fatto ogni tentativo è stato fallimentare e la società e finita di nuovo in amministrazione controllata.House of Fraser ha acquistato il marchio nel 2009 e l’ha rilanciato sotto la guida di un team di design interno. Il rilancio ha un certo successo, sebbene la Hulanicki, che intanto firma una capsule collection per il marchio rivale Topshop, lo stigmatizzi come “troppo costoso” e lontano dallo stile originale. Nel 2014, finalmente, è stato annunciato che Hulanicki stessa, avendo firmato un contratto come consulente con la House of Fraser, ritornerá a collaborare con Biba.