VIONNET BIAS CUT ENGINEERING
Fondatrice di una tra le più famose maison di moda parigine di tutti i tempi, Madeleine Vionnet è tra i precursori della rivoluzione della moda del ventesimo secolo; quella rivoluzione che porterà alla definitiva liberazione della donna dai paludamenti, dai corsetti e da tutti gli artificiosi sostegni dei gonnelloni sino allora in auge. La geometria dei suoi abiti è un’innovazione assoluta, una vera rivoluzione tecnica, compiuta seguendo il credo di esaltare la figura femminile e realizzare abiti che fossero ciascuno un poema in sé compiuto.
La Piccola Madeleine, abbandonata dalla madre, si sposta a Parigi col padre che era in cerca di migliori opportunità di lavoro; deve lasciare però la scuola a soli dieci anni e cominciare il suo apprendistato in una maison de couture, dove entra grazie all’aiuto della moglie di un amico del padre che vi lavorava. Dopo essersi trasferita a Londra a seguito del marito che sposa giovanissima, e dove lavora presso una sartoria inglese, torna a Parigi. Completa la sua formazione presso uno degli atelier più importanti dell’epoca: quello delle sorelle Callot. Qui è l’assistente della più anziana delle sorelle, cura lo sviluppo dei cartamodelli dei capi approntati sul manichino: la stessa Vionnet dichiarerà che questa esperienza sarà fondamentale per la formazione del suo senso dell’Alta Moda e della rigorosa costruzione sartoriale dei suoi capi. In quegli anni Poiret lanciava la sua moda scandalizzando mezza Europa con i suoi abiti sciolti che abbandonano l’uso del corpetto; Vionnet ne segue l’esempio e in virtù del suo talento innovativo la Maison Doucet la assume proprio per svecchiare la sua produzione.
Acquisita ulteriore esperienza decide di fondare una propria casa di moda nel 1012, andando incontro alle mutate esigenze d’abbigliamento d’alta moda della nobiltà europea e dell’alta borghesia: in quegli anni dominava l’eleganza e si valorizzava la classe e la raffinatezza, ma si comincia a chiedere la praticità! Già agli inizi del novecento il modo di vedere il corpo femminile era cambiato con l’abbandono dell’uso del busto e l’abitudine di praticare sport sin da giovanissime. Madeleine risponde a queste nuove idee allestendo sfilate a dir poco inconsuete dove le modelle sfilano senza busto e a piedi nudi sotto gli occhi increduli e rapiti delle sue giovani clienti. Il primo conflitto mondiale la costringerà a chiudere l’attività, durante questo periodo soggiornerà a Roma, e qui studia le statue greco romane, le fogge dei loro abiti; sorgono in lei nuove idee che non tarderà a porre in essere al suo rientro a Parigi nel 1918. Abbandona il prototipo della voluttuosa odalisca e della donna languida e carnosa legata alla Belle Epoque, comprende che sono necessarie tante mode quante donne esistono e punta a un equilibrio ben calibrato tra corpo e abito, improntato al principio della semplicità; linee guida queste che diveranno costanti nelle sue creazioni.
In questa sua ricerca Vionnet adotta e perfeziona la tecnica il cui innovativo impiego rappresenta il suo più grande contributo all’evoluzione della moda: il taglio in sbieco. Il “bias cut” cioè in diagonale a 45 gradi rispetto il verso della trama e dell’ordito, permette di utilizzare l’elasticità naturale del tessuto per realizzare capi che accarezzano il corpo, scivolano liquidi come mercurio esaltando le forme. Vionnet studiava i tagli su di un manichino in scala e poi sviluppava il risultato sulle misure della modella.
La creazione dei suoi modelli richiedeva a volte, proprio per l’impiego in sbieco, tessuti realizzati apposta in altezze tali che oggi sarebbero improducibili: intere pezze montate in diagonale con effetti di straordinaria semplicità. Una semplicità apparente: in alcuni casi era la stessa Madeleine che si recava personalmente a casa delle clienti per vestirle tanto erano complessi nel taglio! Gli abiti erano composti di pannelli drappeggiati, piegati, annodati che creavano effetti di lucentezza e, grazie allo sbieco e al peso stesso della stoffa aderivano al corpo senza bisogno di pinces e bustini interni.
Il ricamo non era un puro decoro ma parte stessa dell’abito, recuperando tecniche antiche e sviluppandone di nuove. Le frange, in auge all’epoca, erano usate per creare danzanti elementi decorativi a spina di pesce, cascate, zampilli ma lasciando fluidità al tessuto.
Taluni elementi come la rosa in tessuto ripiegato su se stesso o il nodo sottolineavano una curva, una scollatura. In taluni capi creavano una testure a imitazione di cappe di pellicce.
Gli abiti scivolati di Madeleine Vionnet sono il prototipo dell’abito a sirena legato all’iconografia delle dive Hollywoodiane che lo adottano quale loro simbolo. Negli anni trenta gli abiti diventano più ampi, con la vita più alta e con le gonne ampie in tessuti lucidi, a volte plissettate a raggiera sul taglio a ruota, anche questa un’innovazione di Vionnet.
Le cappe e le giacchine si arricchiscono romanticamente con pizzi e merletti. Lo stesso materiale è impiegato per delicati lavori di intarsio.
Il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale farà chiudere molte case di moda e tra queste quella di Vionnet, ma il suo nome, la sua creatività e il grande contributo all’esaltazione della bellezza del corpo della donna non saranno mai dimenticati. I futuri designer si cimenteranno con le sue creazioni, studiandole e ispirandosi, adottando la sua tecnica del taglio in sbieco e realizzando abiti morbidi e sensuali secondo il suo stile, subendo il fascino di una moda senza tempo e di assoluta bellezza e modernità.