DOLCE VITA ROMANA, NASCE LA MODA ITALIANA
Nel 1947 a seguito dell’aiuto fornito dalle Forze Alleate nella liberazione dell’Italia oppressa dal nazifascismo, si vara una politica d’ingenti aiuti da parte degli Stati Uniti per la nostra disastratissima economia; grazie appunto al Piano Marshall la nostra nazione beneficIò d’ingenti risorse da parte della nazione americana, diventandone, di fatto, una vera e propria colonia. Grazie a tale politica però potemmo risorgere in breve tempo, già nel 1951 l’economia italiana era ai livelli di prima della guerra, le esportazioni si triplicarono e l’industria tessile ne ebbe enormi benefici. Gli anni Cinquanta così carichi di belle speranze, di ricrescita economica, di un certo perbenismo imperante furono anche gli anni della consacrazione a livello internazionale della Moda Italiana. Nell’immaginario americano l’Italia era tornata a vivere come luogo di bellezza e dell’evasione, su tutte Roma, come al tempo del Gran Tour, era l’emblema della Città, la terra dei sogni impossibili. Nasce il mito della Dolce Vita romana, tra spensieratezza, fasto e sregolatezza. Questo porta a Roma tantissime donne americane ma soprattutto le attrici e le star Hollywoodiane che cominciano a frequentare i nuovi atelier romani: Carosa, Emilio Shuberth, Sorelle Fontana, Fernanda Gattinoni.
Tutti questi atelier presentano uno stile molto simile e si differenziano più per il gusto e la fattura che per l’idea di donna: sia perché in gran parte seguono il prototipo imperante lanciato pochi anni prima da Dior col New look, e sia perché non essendo disegnatori essi stessi, acquistavano i bozzetti tutti dagli stessi collaboratori esterni pagati a cottimo: sui bozzetti d’atelier leggiamo gli acronimi di Tarlazzi, di Guidi, di Cozzolino (Cog).
La consacrazione definitiva del nuovo ruolo che l’Alta Moda Italiana, e romana in primis, aveva nel panorama internazionale fu la celebrazione di un matrimonio. Il matrimonio del secolo potrebbe definirlo data la rilevanza internazionale che ebbe al pari dei matrimoni reali, forse di più perché le teste coronate degli anni cinquanta furono le star di Hollywood, amati e osannati da oceaniche folle di fan. Si tratta del matrimonio di Tyrone Power e Linda Christian, i due scelsero di sposarsi proprio a Roma e di far confezionare gli abiti in Italia: il tight dello sposo da Caraceni, mentre quello della sposa dall’Atelier delle Sorelle Fontana. Fu per loro l’inizio di un’avventura internazionale in cui trascinarono l’intera moda italiana e che sarà la base su cui si fonderà poi il Made in Italy. Figura fondamentale per la nascita della moda Italiana fu senza dubbio quella del nobile fiorentino Giovan Battista Giorgini che, con visionaria lungimiranza, seppe superare le idiosincrasie e le rivalità dei singoli e radunò il meglio della produzione italiana, presentandolo nel 1951 a una folla di buyer internazionali nella straordinaria cornice della Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. Roma, rivaleggiando con Parigi, era di nuovo il centro del mondo, almeno quello del buon gusto e Firenze, se non più d’Italia, ritornava capitale della Moda.